Dopo i dati ufficiali Ufi, l’associazione mondiale delle organizzazioni che direttamente o indirettamente gestiscono gli eventi fieristici, i dati Grs-Research and Strategy, società indipendente specializzata in ricerche socio-economiche e di mercato a livello internazionale nel settore fieristico. Stando ai dati Ufi la fiera italiana della meccanizzazione agricola, Eima, è la seconda fiera europea di settore per affluenza di pubblico ed espositori. Dietro alla tedesca Agritechnica, ma molto più avanti della francese Sima, le cui dimensioni dichiarate molto avrebbero di virtuale e molto poco di concreto. A fronte dei 230 mila visitatori e dei mille e 800 espositori dichiarati dagli Organizzatori francesi per la manifestazione tenutasi nel 2017, i dati Ufi propongono in effetti divari dell’ordine del 50 per cento circa in meno, a differenza di quanto rilevato per Eima che invece vede i dati Ufi 2016 coincidere da vicino con quelli dichiarati. Il successo di una fiera non si misura però solo in forma asettica valutando i metri quadri occupati dagli stand e i volumi dei visitatori e degli espositori, ma anche in termini di qualità, parametro strettamente correlato al livello di percezione dell’evento che si innesca fra espositori e visitatori. Per questo motivo FederUnacoma ha voluto incaricare una società esterna e indipendente, Grs Research and Strategy, affinché valutasse l’impatto emotivo indotto sugli operatori dalle più importanti manifestazioni europee di settore. L’indagine, basata su una consistente platea di addetti ai lavori che frequentano le varie rassegne, ha dato origine a una serie di valutazioni poi trasformate ancora una volta in numeri sulla base di una scala da zero a dieci. Quasi tutte le valutazioni han visto primeggiare Eima su ogni altra manifestazione, ivi compresa la tedesca Agritechnica che ha messo dietro la fiera italiana per pochi decimi di punto solo in termini di rilevanza a livello internazionale. Anche le indagini più avanzate e super partes confermano in definitiva che la decisione presa dagli organizzatori francesi di spostare Sima sovrapponendolo a Eima è sono un maldestro quanto disperato tentativo per frenare una perdita di immagine in essere da anni. Maldestro perché va a creare problemi agli espositori imponendo a quanti desidereranno partecipare alle due manifestazioni di raddoppiare i costi espositivi in termini di allestimento degli stand e di costi di personale. Disperato perché non è spostando un prodotto da un esercizio all’altro che se ne migliora la qualità. In ogni caso ora il discorso è chiuso. Vuoi perché gli Organizzatori Francesi non possono tornare sulle loro decisioni senza far la parte dei cialtroni, vuoi perché l’associazione europea dei costruttori di macchine agricole, Cema, non sembra intenzionata a prendere in esame il discorso in maniera seria e risolutiva. Fare la parte di Ponzio Pilato permette di non scontentare nessuno e, sotto sotto, fa contenti anche gli organizzatori Tedeschi di Agritechnica cui fa comodo che Sima cerchi di indebolire Eima. Non c’è quindi alcuna possibilità che la situazione si modifichi in maniera intelligente e quindi gli Organizzatori di Eima hanno solo da lavorare in termini espositivi e a livello di offerta e innovazione affinché la rassegna italiana continui a crescere, indipendentemente da quello che fa, dice o pensa la concorrenza.
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